Lo vedi che si muove?

"Dove mi stai portando?"
"Ti devi fidare!"
Il carretto dell'ortolano sballonzolava sulle buche della strada di campagna, mentre seduto in mezzo al letame, continuava a domandarsi per quale motivo aveva seguito Jean.
Il profumo della lavanda riempiva le sue narici con un'intensità che lo stordiva. Tutta la natura sembrava saltare e ballare in quella mattina di luglio.
"Eccoci arrivati!"
"Dove?"

"Dove dobbiamo essere! Non fare domande e seguimi!"
Salutarono l'ortolano con un cenno della testa e un sorriso di ringraziamento, presero il cavalletto, e si misero in cammino.
"Fermiamoci qui"
Jean afferrò il cavalletto, i pezzi di carbone che aveva in tasca e poggiò il pacco di fogli di giornale al loro posto, come fossero una tela.
"Guarda!" E indicò un pesco, i cui frutti pendevano pesanti e succosi. Sembravano sorridere ai due amici, con la loro promessa di dolcezza e abbondanza.
Si sentì spingere davanti all'albero e la voce del suo mentore gli sussurrò: "Lo vedi che si muove?"
Era una mattina senza vento e il pesco sembrava completamente immobile.
"Non capisco!"
"Non così caprone! Fermati, e respira!"
Si disse che, se erano arrivati fin laggù, e non sapeva neanche come sarebbero tornati, tanto valeva provare.

Si fermò, lasciò andare i dubbi che facevano chiasso nel suo cervello, e tirò un respiro profondo...

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