Chi sono

La mia passione per il disegno non è cominciata subito. Potrei dire che da bambino passavo molto tempo a copiare i disegni dei libri di favole (ricordo un mio gatto con gli stivali particolarmente riuscito), ma direi che non è abbastanza per dichiararmi un bimbo prodigio. Meno male!

Tutto cominciò per fare un regalo. Decisi di ritrarre la mia fidanzata e di regalarle l'opera per Natale. Ero già uno studente di Medicina all'epoca.

Non so cosa successe nella mia mente, ma so che, da quel momento, cambiò tutto! La sfida di ricreare l'espressione di un volto, il cercare di coglierne "l'anima", la soddisfazione di vedere la propria opera finita...

Ero preso, catturato dalla musa!

La mia vita si sdoppiò: il mio tempo era diviso tra gli esami e l'arte. Notavo che, a differenza di qualsiasi studio, disegnare, invece di stancarmi mi ricaricava. Iniziavo la sera a disegnare, e in un attimo erano le quattro di notte. Il problema è che ero più eccitato di quando avevo iniziato! Dovetti imparare a scaricare tutta quell'energia per poter dormire.

Disegnavo senza un metodo, alla cieca, sfogando tutti i miei sentimenti e le mie frustrazioni di studente sulla carta. (i miei quadri all'epoca erano piuttosto cupi). Non venivano male, ma ci mettevo una vita. In quel periodo ero piuttosto orgoglioso e mi rifiutavo di studiare, pensando che il mio "talento" fosse sufficente.

Andai avanti per anni. Quando entrai in specializzazione, nonostante l'impegno, iniziai a fare mostre, ma devo dire che quell'ambiente non mi piaceva molto. Questione di gusti.

Nel frattempo conobbi quella che sarebbe diventata mia moglie (l'arte come strumento di rimorchio funziona piuttosto bene...).

Presi la decisione più saggia della mia vita: le chiesi di sposarmi.

Il nemico nella mia testa però si fece vivo...

Pensai che disegnare non era cosa da maturo uomo di famiglia (le cazzate che mi vengono in mente a volte...).

Ci fu un periodo orribile in cui abbandonai la Musa e mi misi a lavorare in ospedale (e basta). Era come se avessi amputato una parte di me, peccato che era una parte vitale. Senza arte non riuscivo a funzionare bene e divenni triste e pieno di angoscia. Senza lo sfogo dell'arte, tutto il male  e il dolore che vedevo ogni giorno, non potevano uscire da me  e rimaneva intrappolati dentro, avvelenandomi.

Non potevo continuare così! Ripresi a disegnare. Questo mi restituì la vecchia energia e il coraggio.

Con mia moglie incinta, presi una decisione in apparenza folle e mi licenziai dall'ospedale (dal Pronto Soccorso per essere precisi). Non rimpiansi mai quella decisione.

Iniziai un lavoro più umano, ma soprattutto mi misi a studiare sul serio il disegno.

Era una specie di febbre. Studiai tonnellate di libri, feci corsi online, tutti in inglese e, piano piano, la musa si fece viva di nuovo...

Adesso sono passati anni da quel momento e non mi sono mai fermato, disegnando e studiando in ogni momento possibile. Ho sperimentato le tecniche e gli esercizi più disparati, alcuni dei quali abbastanza inutili, altri illuminanti.

Poi l'idea: metti a disposizione degli altri tutto quello che hai imparato!

Ed eccomi qui...